“IL SISTEMA UNIVERSITARIO CALABRESE. TRASFORMAZIONI, TENDENZE E RAPPRESENTAZIONI”

cura di Pietro Fantozzi e Sabina Licursi – Dipartimento di Sociologia e Scienza della Politica dell’Università della Calabria. (Sala Conferenze “Giuditta Levato” Consiglio regionale della Calabria – Reggio Calabria – Mercoledì 07/12/2011 – h. 11.00).

Saluto e ringrazio, anzitutto, il Prof. Alessandro De Santi, Dirigente del Liceo Magistrale di Reggio Calabria, che partecipa ai nostri lavori in rappresentanza del Dirigente generale regionale scolastico, dott. Mercurio e del dirigente provinciale scolastico, dott. Geria; i Dirigenti e gli insegnanti scolastici degli Istituti Superiori della Città, che avendo accolto il nostro invito, partecipano ai nostri lavori assieme ai gruppi di studenti che li accompagnano.
Il mio intervento, come prevede il programma, si limiterà a presentare questa iniziativa, voluta dalla nostra Associazione – l’Associazione degli ex Consiglieri regionali della Calabria che ho l’onore di presiedere – per le ragioni che offrirò alla vostra attenzione e considerazione.
Consentitemi di premettere che, per via dell’esperienza istituzionale che abbiamo fatto, essendo stati eletti Consiglieri regionali nelle passate legislature, ci consideriamo una risorsa, sia per l’istituzione regionale che, più in generale, per la vita democratica della nostra Regione.
Ci interessiamo, in questa veste, di alcune specifiche problematiche che, nel nostro giudizio hanno per la Calabria una forte e significativa connotazione, per le opportunità concrete che esse rappresentano, al fine di meglio programmare e realizzare la costruzione della Calabria del domani.
Abbiamo scelto, tra i numerosi filoni di attività, tre settori di intervento, tutti e tre suscettibili, se accuratamente coltivati, di aiutare la Calabria ed i calabresi a superare le numerose difficoltà che connotano la nostra regione ed a preparare per le nuove generazioni un futuro diverso e migliore, ancorato il più possibile alla valorizzazione ed allo sviluppo delle risorse umane presenti sul territorio.
Il primo settore che abbiamo prediletto è stato quello che riguarda la promozione della legalità. La scelta è stata obbligata in una Regione infestata dalla criminalità organizzata che si chiama ‘ndrangheta, consapevoli che la conoscenza e la promozione della legalità, con riferimento specifico alla Costituzione della Repubblica Italiana ed allo Statuto della Regione Calabria, è una scelta decisiva ed una pre-condizione ineludibile da realizzare per il successo di qualsiasi azione mirata alla promozione economica, sociale e civile del territorio. A questo obiettivo abbiamo dedicato, in passato, diverse iniziative di approfondimento ed apprendimento, alle quali hanno preso parte Giudici della Suprema Corte, Giuristi, Docenti di diritto, politici e studiosi, delle quali abbiamo pubblicato gli atti.
Ci siamo misurati anche con l’impegno di produrre, avvalendoci della preziosa collaborazione della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria una Ricerca sul tema “Istituzioni e proposte di riforma (Un “progetto” per la Calabria) che abbiamo pubblicato e presentato nell’Aula del Consiglio regionale il 14 luglio del 2010, ricorrendo il quarantesimo anniversario della prima riunione del Consiglio regionale della Calabria. Stiamo programmando, a partire dal 2012 lo sviluppo ulteriore di questa attività, in accordo con gli Istituti e le Scuole Superiori di II° grado.
Il secondo settore di attività praticato ha riguardato la promozione della conoscenza del territorio, in particolare quello delimitato a Parchi nazionali montani (i Parchi del Pollino, della Sila, delle Serre), organizzando specifiche iniziative mirate ad approfondirne la consistenza e le prospettive.
Concluderemo la rassegna con un Convegno sul Parco Nazionale dell’Aspromonte che abbiamo in programma per la primavera del 2012. Proseguiremo, negli anni a venire, questa attività con la programmazione di iniziative di informazione e conoscenza dei Parchi marini ed aree protette regionali e nazionali.
Anche questa attività è stata documentata con la pubblicazione degli atti delle diverse iniziative.
Come si può intuire, si è trattato di promuovere e realizzare iniziative mirate a valorizzare un settore che immaginiamo strategico per lo sviluppo sostenibile del territorio, nel quale predominano le aree interne e la superficie boscata; risorse naturali cospicue, che sono l’indispensabile presupposto su cui provare a costruire una politica non solo di salvaguardia del territorio e di tutela dell’ambiente, ma anche promuovere la valorizzazione di risorse naturali a difesa della permanenza umana nelle aree interne, mettendo a profitto la materia prima che in esse si produce.
Il terzo settore di cui ci siamo occupati e preoccupati è costituito dalla valorizzazione, nel nostro piccolo e con le nostre modeste risorse, delle strutture del sapere: Scuola ed Università. L’intera attività svolta nei settori prima citati, ha visto come protagonisti valorosi docenti delle Scuole Superiori e delle Università calabresi, un patrimonio notevole, che dovremo sempre più imparare ad amare e valorizzare. Quella di oggi è una testimonianza che l’uso di queste parole non è per l’Associazione una enunciazione priva di significato, ma una concreta pratica del fare.
La ricerca che oggi qui presentiamo è stata voluta proprio per attrarre l’attenzione dell’intera classe dirigente della Calabria sul sistema universitario calabrese che, oggi, può rappresentare lo strumento fondamentale per vincere la “scommessa del sapere”, il motore di prima grandezza di tutte le attività umane.
La ragione principale che ci ha motivati ad affrontare questa scommessa deriva dalla semplice constatazione che la Calabria fino al 1967 era priva di Università.
L’offerta universitaria per le generazioni dell’epoca era rappresentata dagli atenei geograficamente più prossimi e raggiungibili dalla nostra regione: Messina, Napoli, Roma e per pochissimi anche altri atenei italiani.
Il primo accenno di Università si materializza a Reggio Calabria con la nascita dell’Istituto Universitario Superiore di Architettura (IUSA), successivamente divenuto Università, oggi Università Mediterranea.
Sono sorte in epoca successiva l’Università della Calabria ad Arcavacata di Rende (CS), un “campus” dove è stata felicemente sperimentata, ed oggi a regime, l’esperienza di convivenza tra docenti e studenti e l’Università Magna Grecia di Catanzaro.
Questo processo di arricchimento dell’offerta formativa universitaria in Calabria si è concluso nel 1998 e, successivamente, nel 2007, si è arricchito con la istituzione dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.
Ci sono voluti trent’anni, insomma, perché la Calabria priva di Atenei, ne conseguisse tre, creando i presupposti per il graduale e, speriamo, completo arresto dell’emigrazione dei suoi giovani, alla ricerca del sapere universitario.

Nella riflessione su questo dato della nostra realtà noi abbiamo considerato che l’aver costruito i luoghi del sapere è stato un risultato importante e, probabilmente, decisivo, per poter aspirare a costruire un futuro diverso e migliore per la nostra terra. Dunque – ci siamo detti – si tratta di una conquista preziosa, la più preziosa tra quelle conseguite dalla Calabria nell’Italia repubblicana. E se di questo si tratta è giusto che noi le dedichiamo tutta la premura, l’attenzione e l’impegno che essa merita, come si fa appunto, con le creature che si vuole crescano in qualità, per meglio corrispondere alla domanda di sapere che viene dalle nuove generazioni.
Da qui l’idea della ricerca, capace di farci conoscere, intanto e preliminarmente, di cosa parliamo, come punto di avvio di una discussione nuova, che prenda le mosse dalla realtà di oggi. Una discussione che, per produrre risultati, dovrà essere capace di coinvolgere l’intera classe dirigente calabrese, cui vogliamo chiedere un serio impegno a considerare questi presidii del sapere punto di partenza per generare un sistema universitario, capace di soddisfare maggiore domanda calabrese, ancora oggi il 40% va fuori, ma ambire a divenire punto di attrazione per i giovani italiani e mediterranei.
La ricerca commissionata dalla nostra Associazione al Dipartimento di Sociologia e Scienza della Politica dell’Università della Calabria, diretto dal Prof. Pietro Fantozzi, assolve, dunque, al bisogno di diffusione della conoscenza delle Università calabresi, presupposto indispensabile, dopo averle conosciute, per lavorare in sinergia, supportandole nel cammino verso il sistema.
Nell’immediato, essa consentirà di valutare i risultati conseguiti, conoscere e verificare nel dettaglio l’offerta formativa, rilevandone, in particolare, partendo da una visione sistemica, pregi e difetti, “trasformazioni, tendenze e rappresentazioni”.
Sotto questo profilo, avevamo necessità di esplorare tre aspetti che ci stavano a cuore:
a) la conoscenza e consistenza dei corsi di laurea ed il grado di soddisfazione della qualità e quantità della domanda, le eventuali carenze e duplicazioni dell’offerta;
b) se i corsi di laurea sono sufficientemente mirati a coprire la domanda qualitativa di sapere da investire poi nello sviluppo del territorio;
c) se sono in vigore attività ed azioni di auto-coordinamento per passare dai presidi universitari alla costruzione del “sistema”.
Non si tratta, ovviamente, di mera curiosità. Siamo consapevoli, infatti, che quando parliamo di qualità del sistema universitario regionale, affrontiamo il problema decisivo per il futuro dei nostri figli che decideranno di frequentarlo e per la nostra terra.
Ci piacerebbe, dunque, che la Calabria agisse coltivando l’ambizione di sapere un giorno che gli studenti che si laureano nelle nostre Università possano stare al passo con quelli che si laureano in Atenei di prestigio.
Ci piacerebbe anche che buona parte di essi fossero protagonisti-artefici dello sviluppo della nostra Regione. Solo quando questo avverrà, noi potremo essere soddisfatti di aver costruito per la nostra terra il motore adatto, indispensabile per crescere e progredire.
Mi spiace che non sia oggi con noi l’Assessore regionale alla Cultura, assorbito da maggiori impegni a Milano, che ha fatto pervenire un messaggio di buon lavoro, ma contiamo di poterlo incontrare più avanti, quando presenteremo la ricerca a Cosenza e Catanzaro.
Voglio concludere ringraziando il Prof. Fantozzi, la Prof. Licursi, le dott.sse Pascuzzi e Coco, per la disponibilità, la professionalità e la passione impiegate nella realizzazione di questo brillante e prezioso lavoro, necessario a tutti, classe dirigente calabrese/sistema scolastico/Università, per condurre una riflessione seria ed impegnativa. Sono sicuro che la reciproca collaborazione abbia dimostrato che anche piccole azioni possono diventare occasione per valorizzare un metodo che all’Associazione sembra indispensabile e fondamentale; “il metodo di vivere assieme positivo e propositivo, per generare sinergie, a servizio delle nuove generazioni”.
La proposta che formuliamo è di proseguire su questa strada, auspicando che i tre Atenei assumano l’iniziativa di utilizzare questo lavoro per esaminare presto la opportunità di dare vita ad una forma utile di sistematico auto-coordinamento, capace di accompagnare la crescita del sistema universitario calabrese e renderlo sempre più efficiente e qualitativamente apprezzabile, esente, se possibile, dai vizi e partecipe, invece, delle virtù che caratterizzano il sistema universitario italiano.
Consentitemi, infine, di rivolgere un grato ringraziamento:
– al Presidente del Consiglio regionale on. Talarico, per la collaborazione alla realizzazione dell’iniziativa e per il suo intervento ai nostri lavori, sebbene impegnato, in attività istituzionale concomitante;
– ai colleghi dell’Ufficio di Presidenza ed ai numerosi soci provenienti da tutte le province calabresi, per la preziosa, sobria ed appassionata collaborazione che danno per mandare avanti l’Associazione.
Agli studenti che hanno partecipato ai nostri lavori consegneremo una copia della ricerca, li ringraziamo per la loro presenza e facciamo loro gli auguri più sentiti perché possano vincere la scommessa del sapere.

                                                                                                                    Stefano Arturo Priolo